I prodotti alimentari made in Italy sono tra i più ricercati al mondo. La loro ricchezza per biodiversità, tradizione e ricerca di alti standard della qualità, come provano le numerose normative italiane, li rendono molto ambiti e richiesti.
Tra tutti i prodotti l’olio d’oliva, il “re” della cucina mediterranea, è uno dei prodotti più richiesti, ma anche uno dei più falsificati al mondo. Non di rado infatti vengono vendute bottiglie di olio straniero non extravergine attraverso marche italiane o finte tali, o prodotti oli con olive di importazione, di bassissima qualità, che spesso per nascondere il cattivo sapore vengono colorati e mescolati con beta carotene e clorofilla.
Il vero olio extravergine di oliva, se tale e non mescolato o “aggiustato” con altri oli, solventi e additivi, è il più potente antiossidante esistente. Al contrario, se viene consumato olio non sicuro per un lungo periodo, può diventare due vero e proprio rischio per la salute.
Purtroppo l’olio extravergine di oliva, per il suo alto costo di produzione (ci vogliono trai 5 e i 7 kg di olive per ottenere un litro di olio), è il prodotto più contraffatto del mercato alimentare.
Il primo campanello d’allarme per il consumatore è il prezzo dell’olio: per essere buon extravergine non può costare meno di 6,50-7 euro al litro. Una cifra inferiore, infatti, non permette nemmeno di coprire i costi di raccolta e produzione e può indicare scarsa qualità e provenienza incerta dell’olio.
Leggere sempre l’etichetta.
Leggere l’etichetta è il primo passo per riconoscere la provenienza e la qualità dell’olio. Deve essere infatti presente l’origine dell’olio: comunitaria, extracomunitaria, riconducibile a miscele di oli comunitari o extra Unione Europea. Questi dati non sono però sempre indicati. In tal caso la raccomandazione è di verificare la data di produzione e di scadenza dell’olio, preferendo prodotti di produzione più recente e privilegiando i prodotti della nuova annata. La presenza del marchio DOP è un ulteriore supporto, perché sinonimo di provenienza certa.
L’inserimento in etichetta della metodologia di estrazione (da preferire se “estratto a freddo”), della tabella nutrizionale e di simboli riconducibili ai consorzi di produttori e distributori, permette al consumatore di conoscere meglio il prodotto, quindi in genere, più l’etichetta risulta dettagliata, più il livello di sicurezza aumenta.
Le principali caratteristiche di un’olio d’oliva di qualità
Imparare a riconoscere un olio di oliva extravergine di buona qualità in un mercato sempre più sofisticato e globale non è per niente facile. Conoscere le caratteristiche principali è certamente d’aiuto distinguere un olio di buona fattura da uno di scarsa qualità.
Il primo riconoscimento per l’olio EVO (extra vergine d’oliva) è quello visivo. Generalmente, se non ci sono contraffazioni, un’olio verde indica che è stato prodotto con olive poco mature (chiamato anche olio “verdone”), mentre se di colore giallo oro proviene da olive più mature. Se invece è giallino pallido e trasparente proviene da olive di scarsa qualità.
Per valutarne il gusto invece bisogna stare attenti alle sfumature di sapore. Un buon olio EVO deve avere un sapore leggermente amaro e piccante. Deve inoltre essere leggermente fruttato, anche se la percezione varia a seconda della maturazione delle olive, del cultivar di provenienza e della tipologia di oliva.
Infine, per riconoscere un buon olio EVO può venirci in soccorso l’olfatto. L’olio deve emanare il caratteristico odore di olive fresche, mentre se odora di chiuso o non ha odore significa che è stato conservato male o prodotto con olive di scarsa qualità o che l’olio è in cattivo stato.
Lo strumento migliore per riconoscere un olio di qualità, quindi, restano i nostri sensi e soprattutto il palato.